CAMPAGNA D'AZIONE CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE
Istituzione del Garante Regionale per le vittime di reato.
Il fenomeno della violenza di genere è sempre più presente nella cronaca e nella vita di tutti i giorni e offre numeri preoccupanti e di grande allarme sociale: al triste dato, ormai costante, di un femminicidio ogni tre giorni, vanno infatti aggiunti gli innumerevoli casi di atti persecutori o stalking e di violenza domestica, spesso non denunciati (per questo impossibili da quantificare) e che molto spesso sfociano in un femminicidio o in una lesione grave. A ciò si unisce il dramma dei minori e dei figli che, da un giorno all’altro, perdono la madre e conseguentemente il padre, colpevole del delitto, che finisce in carcere. Secondo un recente studio, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito nella propria vita una qualche forma di violenza. Oltre l’80% dei femminicidi è stato commesso da una persona conosciuta dalla vittima, oltre il 40% dal coniuge o dal convivente. Secondo la Convenzione di Instabul, dovrebbe esistere un centro antiviolenza ogni 10.000 abitanti. In Italia, il dato si attesta attorno a 0,05 centri ogni 10.000 abitanti. Una cifra che non può soddisfare le innumerevoli richieste di aiuto.
Nel corso della propria attività associativa, Passaggi a NordEst ha dedicato particolare attenzione alla lotta alla violenza di genere, che ha trattato in due convegni organizzati il 15 ottobre 2018 e il 22 marzo 2019 e ha voluto concretizzare in un disegno di legge inviato lo scorso anno a tutti i parlamentari.
Come è nel nostro consueto modo di operare, attraverso campagne d’azione con obiettivi concreti e misurabili, vogliamo essere attivi e presenti anche in questa importante fase di rinnovo della rappresentanza del Consiglio Regionale del Veneto.
Riteniamo infatti che anche la Regione Veneto debba essere parte attiva nella risposta a tale fenomeno e nella tutela delle vittime di tale reato, come più in generale di ogni reato di natura violenta. La legge regionale Veneto 23 aprile 2013, n. 5 (“Interventi regionali per prevenire e contrastare la violenza contro le donne”), del resto, prevede che la Regione del Veneto ponga in essere azioni volte alla tutela e al recupero di condizioni di vita normali delle donne vittime di violenza nonché attività mirate al contrasto del fenomeno. Occorre darvi seguito.
La Direttiva UE n. 29 del 25 ottobre 2012 (che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato) è infatti intervenuta profondamente anche sul tema della violenza di genere, definendola quale forma di “discriminazione e violazione delle libertà fondamentali della vittima” e comprende la violenza nelle relazioni strette, la violenza sessuale (compresi lo stupro, l'aggressione sessuale e le molestie sessuali), la tratta di esseri umani, la schiavitù e varie forme di pratiche dannose. Come riconosce la stessa direttiva, le donne vittime della violenza di genere e i loro figli hanno spesso bisogno di un'assistenza e protezione speciali a motivo dell'elevato rischio di vittimizzazione secondaria e ripetuta, di intimidazione e di ritorsioni connesso a tale violenza. “La violenza nelle relazioni strette è quella commessa da una persona che è l'attuale o l'ex coniuge o partner della vittima ovvero da un altro membro della sua famiglia, a prescindere dal fatto che l'autore del reato conviva o abbia convissuto con la vittima. Questo tipo di violenza potrebbe includere la violenza fisica, sessuale, psicologica o economica e provocare un danno fisico, mentale o emotivo, o perdite economiche.”
La Direttiva citata riconosce come la violenza nelle relazioni strette sia un “problema sociale serio e spesso nascosto” e come possa generare traumi fisici e psicologici sistematici, con gravi conseguenze in quanto l'autore del reato è una persona di cui la vittima dovrebbe potersi fidare. “Le donne sono colpite in modo sproporzionato da questo tipo di violenza e la loro situazione può essere peggiore in caso di dipendenza dall'autore del reato sotto il profilo economico, sociale o del diritto di soggiorno”.
La lotta alla violenza di genere e in generale, al crimine violento, deve allora a nostro avviso obbligatoriamente passare attraverso la creazione di una figura istituzionale che sorga in capo alla Regione e che non si limiti peraltro alla sola violenza di genere, ma si estenda, in linea con la direttiva citata, anche ad altri crimini a sfondo violento. Vi è una serie innumerevole di reati, infatti, che crea vittime indifese. Va infatti ricordato come, solo per fare un esempio, le forze dell’Ordine abbiano denunciato il pericolo che con la crisi economica causata dalla pandemia, moltissime attività, imprese e singole persone siano pericolosamente esposte al rischio dell’usura e della criminalità organizzata. E noi non possiamo stare a guardare.
E’ per questa ragione che Passaggi a NordEst fa appello a tutti i candidati e cittadini affinché sottoscrivano l’impegno a promuovere, qualora eletti, l’istituzione di un Garante per la protezione delle vittime dei reati di genere e dei reati violenti.
Primo firmatario della proposta è il Presidente di Passaggi a NordEst Stefano Tigani che sarà parte attiva nella promozione e diffusione della stessa anche attraverso la sua azione in qualità di candidato al Consiglio Regionale del Veneto nella lista Per Daniella Sbrollini Presidente.
La figura del Garante dovrà avere, tra le altre, le seguenti funzioni, a titolo meramente esemplificativo e non esaustivo.
• ascoltare e assistere gratuitamente le vittime di reato di genere e di reato in generale, in particolare le vittime vulnerabili;
• garantire la corretta applicazione e il pronto intervento degli organi e delle istituzioni predisposte a tutela delle vittime;
• collaborare con le competenti strutture regionali e degli enti del sistema regionale per un efficace accesso delle vittime a trattamenti assistenziali, di protezione e psicologici adeguati;
• garantire la corretta applicazione della legge esistente in materia di privacy in ordine alla diffusione di dati anche delle persone defunte;
• segnalare alle autorità competenti fatti delittuosi, atti o atteggiamenti offensivi e lesivi della dignità della persona, nonché situazioni in cui le misure adottate non risultino adeguate alla tutela della vittima di reato;
• garantire la corretta applicazione della legge e dell’iter giudiziario e applicazione della pena;
• promuovere la partecipazione della Regione alla realizzazione di iniziative a favore delle vittime, in collaborazione con enti locali, aziende sanitarie, istituzioni scolastiche, enti e associazioni che operino nell’ambito della lotta alla violenza di genere e ai reati violenti;
• promuovere la formazione e l’aggiornamento degli operatori dei servizi sociali e polizia locale, nonché attività informative sul territorio finalizzate alla conoscenza dei doveri e dei diritti e allo sviluppo di politiche di prevenzione;
• favorire e promuovere politiche di prevenzione, protezione, sostegno, tutela e inserimento a favore delle vittime, anche al fine del recupero da parte delle stesse di autonomia materiale e psicologica;
• favorire l’apertura e la gestione di centri antiviolenza;
• favorire la creazione di convenzioni con organizzazioni di categoria per l’inserimento o il reinserimento lavorativo delle vittime di violenza di genere e/o di reati a sfondo violento.
Sottoscrivi anche tu l’appello e se ritieni, suggerisci quali altre funzioni andrebbero attribuite all’istituendo Garante per la protezione dei diritti delle vittime di reato. Ne terremo sicuramente conto.
Stefano Tigani